La consigliera regionale Pd sollecita l’impegno della Regione a lavorare per il superamento degli ostacoli normativi sugli affidamenti in house.

Bologna, 22 ottobre 2015 – «È doveroso evitare che una gara trentennale affidi a terzi la gestione della nostra acqua». Silvia Prodi, consigliera regionale Pd e componente del gruppo, interviene sul processo di ripubblicizzazione del sistema idrico integrato a Reggio Emilia.
«Fare la gara per la gestione del servizio idrico integrato – prosegue Prodi – non è un modo per mantenere Iren come gestore del servizio idrico provinciale, ma comporterebbe un nuovo affidamento assegnato per 30 anni a un soggetto dove Reggio Emilia conta per il 10%. Un soggetto che in futuro potrebbe essere, anche se la città di Reggio non fosse d’accordo, in capo a una maxiutilitysempre più distante dalle nostre comunità. Un’azienda che, di fatto, opererebbe in un regime di monopolio ben distante dai principi di concorrenza che la parola “gara” farebbero presagire. Il consiglio locale di Reggio ha già deliberato esprimendosi a favore del regime di in house providing.

Vogliamo cogliere a pieno i segnali che ci danno sial’intervento del Sindaco di Rubiera Emanuele Cavallaro, che di diversi componenti della Giunta comunale di Reggio Emilia, e gli ordini del giorno di diversi Comuni reggiani, dove una parte consistente delle maggioranze che governano Reggio Emilia e la provincia – pur avendo espresso sfumature diverse in merito al Piano Agenia – ha un punto in comune: evitare la gara.

La Regione Emilia Romagna non ha poteri per intervenire sulle procedure di affidamento in corso: i sindaci, i territori, sono e devono essere i primi titolari di queste decisioni. Tuttavia dobbiamo lavorare perché gli ostacoli normativi che riguardano gli affidamenti “in house” possano essere rimossi, favorendo una scelta “alla pari” tra diverse opzioni, senza creare misure disincentivanti rispetto alla ripubblicizzazione. Su questo punto sto lavorando, affinché sia il più ampio possibile il fronte di coloro che possono mettere la Regione al servizio dei territori riconoscendone e sostenendone l’autonomia decisionale.

Evitiamo attacchi strumentali e personali, ovviamente c’è la parte del “tanto peggio, tanto meglio”, ma il bene in gioco è troppo strategico per perdere lucidità, visione ed unione.