La legge 179/1992 “ha dato la possibilità alle Regioni di autorizzare le cooperative a proprietà indivisa, che avevano usufruito di agevolazioni pubbliche per realizzare unità abitative da assegnare ai propri soci, a cedere gli alloggi agli assegnatari e quindi a trasformarli in proprietà individuale dietro il rimborso di parte del contributo pubblico ricevuto”.

Lo segnala la consigliera regionale PD Manuela Rontini in un’interrogazione rivolta alla Giunta regionale, in cui ricorda che, dopo un primo documento di recepimento della normativa, la Regione Emilia-Romagna ha successivamente stabilito (delibera assembleare 35/2011) nuovi criteri per la trasformazione degli alloggi a proprietà indivisa realizzati con contributo pubblico in alloggi a proprietà individuale. In questo provvedimento, tra l’altro, “si alza dal 60 al 100 per cento la percentuale minima degli alloggi che fanno parte dell’intervento per il quale si richiede la trasformazione”.

La stima prevista degli effetti della delibera regionale- scrive la consigliera- “si attestava su 1000 appartamenti trasformati e su un recupero di circa 10 milioni di euro di contributi, considerando tuttavia che sarebbe sufficiente il diniego a procedere di un solo socio per impedire a tutti gli altri di usufruire di questa possibilità e di permettere alla Regione di reperire risorse da destinare al disagio abitativo”.

Rontini vuole quindi conoscere “quanti interventi di trasformazione siano stati effettuati, a quanto ammontino i contributi recuperati, se non si ritenga opportuno riportare la percentuale minima di alloggi sufficiente per autorizzare la trasformazione al 60 per cento e quali altre azioni si intendano mettere in campo per agevolare la trasformazione delle proprietà indivise in proprietà individuali per incrementarne i benefici”.

ALLEGATO

Interrogazione a risposta scritta circa la trasformazione in proprietà individuale di immobili costruiti da cooperative a proprietà indivisa. A firma della Consigliera: Rontini