“Chiedo alla Giunta quali iniziative ritenga di potere e dovere intraprendere per portare su un piano di razionalità il buon esito della vicenda”. E’ questa la richiesta contenuta nell’interrogazione che il capogruppo Pd in Regione Stefano Caliandro ha depositato oggi in merito allo stabilimento della ditta ILPA la cui espansione ha subito l’ennesima battuta di arresto dovuta all’avvio, da parte della Soprintendenza, di un procedimento per “interesse culturale particolarmente importante” sull’edificio dell’ex mulino presente nell’area su cui dovrebbe svilupparsi l’espansione.

“Peraltro – ricorda Caliandro nell’interrogazione – va precisato che, su tale manufatto, durante i lavori della Conferenza dei Servizi, la Soprintendenza alle Belle arti e paesaggio di Bologna – pur non essendo mai intervenuta personalmente alle sedute – si era espressa con parere scritto ribadendo la semplice opportunità, e non la necessità, che la realizzazione di nuove volumetrie per i previsti nuovi stabilimenti produttivi compenetri la conservazione di elementi peculiari attinenti alle presistenze storiche”.

“Rischiamo ancora una volta – aggiunge Caliandro – di essere il Paese dei mille ricorsi e dei mille permessi che alla fine ostacolano le imprese che vogliono investire qui – stiamo parlando di 35 milioni di euro – senza peraltro salvaguardare nulla.

Come ha ricordato anche il sindaco Ruscigno infatti l’ex mulino, parzialmente crollato, è già stato dichiarato privo di interesse storico nel corso di questi anni e del suo stato si è già lungamente dibattuto anche nell’ultima sentenza del TAR che ha respinto il ricorso dei comitati civici”.

Lo stabilimento della ditta ILPA (divisione ILIP), si occupa da oltre 50 anni di realizzare imballaggi di alta qualità in plastica rigida termoformata per alimenti ed è leader in Europa nel settore. Si tratta di una realtà produttiva fondamentale per il territorio, che nell’ultimo decennio ha subito una rilevante espansione, passando da 250 a 480 dipendenti, che richiede un ampliamento ed una revisione funzionale degli spazi, non più idonei all’attività.