Interrogazione del PD alla Giunta dell’Emilia-Romagna firmata dalla Consigliera Roberta Mori
«Non possiamo rimanere insensibili o inerti di fronte alla situazione drammatica in cui versano in queste ore i profughi bosniaci, quasi 3.000 persone tra giovani, donne, anziani, bambini, che dormono in edifici abbandonati e campi improvvisati nel nord-ovest della Bosnia-Erzegovina con casi di congelamento, ipertermia e altri gravi problemi di salute.» Così la Consigliera regionale Roberta Mori motiva l’interrogazione PD presentata alla Giunta dell’Emilia-Romagna affinché solleciti il Governo e le istituzioni europee ad agire per mandare immediatamente per fornire aiuti alle persone e per risolvere la situazione nel rispetto dei diritti umani.
Un appello “all’umanità” e la richiesta di non lasciare che una questione così grave passi in secondo piano. Proprio l’emergenza pandemica – si legge – ha provocato un inevitabile aggravamento della condizione migratoria in Europa. «E anche in questo momento di crisi politica – dichiara la Consigliera reggiana – non possiamo far prevalere l’egoismo e rimanere inermi di fronte a situazioni drammatiche che ledono pesantemente i diritti umani».
Più di 1000 di questi migranti – si spiega nel testo dell’interrogazione – vivevano nel fatiscente campo di Lipa, devastato da un incendio e ora chiuso dalle autorità bosniache, mentre si sono aggiunti altri 2.000 profughi della rotta balcanica che da tempo cercano di passare la frontiera e proseguire il viaggio verso l ‘Europa occidentale. L‘Agenzia delle Nazioni Unite per la migrazione ha esortato la Bosnia a trovare in tempi brevi soluzioni alternative. «E tutto questo sta nuovamente accadendo in territori dell’Unione Europea, che abbiamo costruito non solo per la tutela e la promozione dei diritti umani fondamentali dei cittadini europei, ma anche per la promozione dei diritti umani in tutto il mondo», è l’amara considerazione.
Il dispositivo sottolinea infine come “non si possa ignorare che l’annoso problema dell’ immigrazione rimarrà ingestibile senza che si rimetta mano alla revisioni delle normative attuali in materia di immigrazione e la creazione di un sistema di accoglienza stabile per non doversi sempre ridurre a gestire la migrazione come una vicenda di emergenza”.