“Nell’ottica della migliore attuazione e partecipazione alla formazione delle politiche europee, la Regione Emilia-Romagna si è dotata da tempo dello strumento della sessione europea, che quest’anno – per la quarta volta dal 2009 – sfocia nella adozione della Legge comunitaria regionale. Questo procedimento è disciplinato dalla Legge regionale n. 16 del 2008 (“Norme sulla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla formazione e attuazione del diritto comunitario, sulle attività di rilievo internazionale della Regione e sui suoi rapporti interregionali. Attuazione degli articoli 12, 13 e 25 dello statuto regionale”) e vede la centralità della sessione comunitaria annuale, quale momento ed occasione di esame da parte dell’Assemblea Legislativa sia del programma di lavoro della Commissione Europea sia di esame dello stato di attuazione dell’ordinamento europeo in quello regionale – spiega la consigliera regionale Silvia Prodi – La Legge approvata oggi trae origine dalla risoluzione di chiusura della sessione comunitaria 2015 dell’Assemblea legislativa, la quale conteneva l’invito alla Giunta regionale a verificare la possibilità di procedere alla presentazione del progetto di Legge comunitaria regionale quale seguito del recepimento da parte dello Stato della direttiva europea sul controllo del pericolo di incidenti rilevanti connessi con sostanze pericolose, che vanno a costituire la parte più corposa dell’articolato”.
“Facendo una breve panoramica sulla struttura e contenuti del progetto di Legge, si parte con la descrizione dei contenuti e il succedersi dei principali argomenti, arrivando poi alla citata attuazione delle direttive europee in materia di pericoli di incidenti rilevanti e ulteriori disposizioni in materia di ambiente e di energia. In base all’ordinamento nazionale e sovranazionale, gli stabilimenti a rischio di incidente rilevante sono stabilimenti industriali nei quali è bassa la probabilità di accadimento di un incidente dalle gravi conseguenze. Le direttive del Parlamento Europeo e del Consiglio rafforzano il livello di sicurezza raggiunto, con l’obbligo per i gestori degli stabilimenti interessati a definire una strategia di prevenzione degli incidenti gravi connessi con determinate sostanze pericolose e a dotarsi dei relativi strumenti di attuazione, anche con la definizione di piani di emergenza per le zone vicine agli stabilimenti ed iniziative per limitarne le conseguenze – continua Silvia Prodi – I titoli restanti trattano norme molto importanti fra cui quelle sulla gestione del demanio forestale e di aree naturali protette, i flussi dei rifiuti, l’impiantistica energetica e il rilascio delle relative patenti, l’albo regionale delle imprese artigiane, programmi di cooperazione mutualistica. Più in generale possiamo dire che con la Legge comunitaria la Regione semplifica e rende più efficiente la propria normativa, andando ad individuare responsabili adeguati e procedure tecnico amministrative in campi molto importanti per i cittadini. A sostegno di questo approccio vi è anche la presentazione di un progetto di Legge “Collegato alla Legge comunitaria”, che rappresenta l’adozione di un sistema di “REFIT normativo” unico in Italia. Questo significa manutenzione costante, semplificazione e aggiornamento della normativa regionale per lo snellimento e miglioramento del quadro della nostra legislazione, in maniera analoga a quello che a livello dell’Unione Europea viene attuato ogni anno con il “programma REFIT”. Quest’anno verranno abrogate 56 leggi regionali non più applicate o non più applicabili, adottate prevalentemente tra il 1981 ed il 1990. Questo impianto normativo dimostra che per la nostra Regione la Legge comunitaria costituisce non esclusivamente il recepimento della normativa europea, ma anche l’occasione per la verifica e l’applicazione concreta dei principi di miglioramento e semplificazione della legislazione.”
“Da sempre in questa regione, ed in particolar modo come Partito Democratico – commenta il Presidente del Gruppo PD Stefano Caliandro – abbiamo considerato il rapporto con le istituzioni europee una priorità, perché siamo consapevoli di quanto sul terreno di una nuova politica comunitaria realmente integrata si giochi la sfida di una crescita omogenea del nostro continente, che superi le crescenti diseguaglianze sociali ed economiche alla base di nuove povertà e pericolose discriminazioni tra popoli e religioni legate all’aumentare dei flussi migratori.
Nel tempo in cui si erigono nuovi muri e confini, non solo ideologici, l’approvazione di questa risoluzione segna un passaggio significativo per l’Emilia-Romagna, che si conferma a pieno titolo “regione europea”, promotrice di dialogo e cooperazione inter-istituzionale, protagonista della costruzione di una vera Europa unita e politica”.