Un’interrogazione in Regione per chiarire il percorso per salvaguardare queste strutture e le attività ad esse connesse

 

I capanni da pesca costituiscono una parte fondamentale dell’identità culturale e paesaggistica della Romagna e sono al centro di un’interrogazione presentata in Regione Emilia-Romagna dai consiglieri Mirco Bagnari e Valentina Ravaioli.

«È in corso un lungo confronto che ha coinvolto direttamente associazioni di capannisti, enti locali e la Regione stessa per approfondire le normative che disciplinano gli aspetti urbanistici,  strutturali e d’impatto ambientale dei manufatti adibiti a capanno da pesca – spiegano i dem –. Il capanno da pesca è una struttura “in precario”, adibita al ricovero di attrezzi per la pesca e di persone durante l’esercizio della stessa. Dopo un complesso iter è stato possibile trovare percorsi che consentono di valorizzare e salvaguardare queste strutture: ai sensi delle normative vigenti risultano, però, esserci ancora alcuni capanni non conformi».

 

Per questi motivi i consiglieri dem chiedono alla Giunta: «quali e quanti siano i capanni non conformi alle norme; e se ritiene possano essere previste misure economiche o di altro tipo a parziale compensazione dei costi che dovranno sostenere per un’eventuale ricostruzione i proprietari delle concessioni di quei capanni non conformi per ricondurli alle norme vigenti. Riteniamo sia fondamentale garantire  la sicurezza idraulica e delle persone – concludono i consiglieri PD – e allo stesso tempo si debbano salvaguardare e valorizzare  queste testimonianze della nostra cultura e del nostro territorio cui si dedicano tantissime persone e famiglie romagnole».