«Senza regole non si può garantire sicurezza. Le Case famiglia hanno bisogno di leggi ferree e controlli rigorosi». Queste le parole dei consiglieri Mirco Bagnari e Paolo Calvano, che insieme ad altri colleghi in Regione hanno sottoscritto l’emendamento collegato alla Legge di Bilancio per fissare precisi paletti nell’avvio e gestione di tali strutture.

«Dopo i casi di maltrattamenti e irregolarità emersi all’interno di case famiglia, era urgente predisporre uno strumento normativo chiaro e con meccanismi di controllo rigorosi per evitare il ripetersi di vergognosi abusi su soggetti indifesi come anziani e disabili – spiegano Bagnari e Calvano –. Le case famiglia nella nostra Regione stanno registrando un vero e proprio boom, 500 strutture in tutto il territorio regionale per un totale di 2.700 persone assistite. Sono luoghi a bassa intensità assistenziale che possono accogliere fino ad un massimo di sei ospiti e possono rappresentare un’importante realtà di sostegno ai servizi di welfare domiciliari di tutta la Regione, ma va garantita la piena sicurezza e regolarità».

Sono diversi i riferimenti normativi con i quali devono confrontarsi le strutture, dalla legge quadro 328/2000 sul sistema integrato di interventi e servizi sociali, alla direttiva regionale 564/2000 per l’autorizzazione al funzionamento delle strutture, fino alla legge 81/2008 sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. 

“Attualmente le case famiglia sono strutture di iniziativa privata e la mancanza di normative stringenti (a parte alcuni Comuni che hanno voluto dotarsi in anticipo di un regolamento, come hanno fatto per esempio il Comune di Ravenna e Ferrara) non ha certo aiutato a prevenire abusi e maltrattamenti, fenomeni odiosi di violenza e incuria commessi sulla pelle di anziani e disabili. – proseguono i consiglieri – Per questo abbiamo voluto utilizzare la prima opportunità legislativa per emanare nel più breve tempo possibile un atto normativo particolareggiato per regolare il settore e abbiamo sottoscritto insieme al collega Paolo Zoffoli, presidente della commissione politiche sociali e per la salute, uno specifico emendamento per chiedere più garanzie ai gestori introducendo una serie di criteri strutturali ma anche soggettivi (assenza di condanne penali da parte dei gestori) e imponendo che (diversamente dall’attuale semplice comunicazione entro 60 giorni  dall’avvio dell’attività)  i gestori possano avviare l’attività solo dopo avere depositato una SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) consentendo così un maggiore e migliore controllo da parte degli enti pubblici.

 

Ulteriore aspetto da sottolineare è lo sviluppo di un sistema informativo ad hoc per aggiornare periodicamente l’anagrafe regionale delle case famiglia. «Questo permetterebbe di avere sempre un quadro aggiornato e trasparente sulla qualità delle strutture – concludono –, e soprattutto sui livelli di assistenza offerti ad anziani e disabili. Questo nuovo provvedimento insieme alle linee guida regionali frutto di confronto con Anci Emilia-Romagna, consentono di garantire, in modo omogeneo in tutti i contesti territoriali, qualità e sicurezza del servizio prestato, rafforzando i controlli, promuovendo liste qualità per tutte le strutture e valorizzando le buone esperienze per evitare il ripetersi di episodi di maltrattamenti e violenze>>.