La Consigliera regionale ha presentato un’interrogazione alla Giunta per conoscere le scelte che si intendono fare sul lavoro di cura e sul mercato del lavoro di cura, fortemente in crescita sia nel pubblico che nel privato , soprattutto nelle famiglie. Umanizzazione,  formazione , riconoscimento e sviluppo delle competenze,  regolarità e inserimento nella rete dei servizi di assistenza sociale sanitaria le parole chiave per affrontare un processo crescente di  non autosufficienza delle persone nella società dell’ invecchiamento.

 

‘In una società con un alto tasso di invecchiamento come la nostra, il lavoro di cura rappresenta una delle emergenze da affrontare come istituzioni. Ma rappresenta anche una grande opportunità di lavoro qualificato e regolare. Ognuno di noi sa di cosa parliamo, anche per esperienza personale’.

La Consigliera regionale Palma Costi ha presentato un’interrogazione alla Giunta per sapere se il ‘mercato del lavoro di cura è al centro delle politiche regionali di occupazione, quindi di formazione e di regolazione dell’incrocio domanda offerta al fine fornire lavoro di qualità, regolare, nell‘interesse di chi lavora, degli assistiti e dei loro  familiari. Questo partendo dalle risorse già assegnate dal PNRR, come nel caso del programma Gol ma ampliandosi anche ai fondi FSE di prossima attuazione ’

I dati del lavoro di cura in Italia sono impressionanti: sono oltre 7 milioni i caregiver (di cui oltre 2 milioni che operano oltre 20 ore settimanali e 350.000 ragazzi); 1,5 milioni le/gli assistenti familiari retribuite/i qualificati, circa 2 milioni di volontari impegnati in funzioni di supporto e sostegno.  A questo va aggiunto il personale socio-sanitario dei servizi professionali pubblici o privati.

Partendo da questo quadro di crescente richiesta di lavoro di cura, la Consigliera chiede,  se si intende procedere al riconoscimento delle competenze maturate dai caregiver familiari come previsto dalla Legge regionale n. 2/2014; se i Centri per l’impiego, così come ridisegnati dai provvedimenti regionali su base distrettuale avranno un ruolo nella costruzione di un sistema territoriale semplice e trasparente di incontro della domanda/offerta di lavoro di cura regolare, accompagnato dalla formazione necessaria; se la Regione intende attivare una sezione specifica dedicata al lavoro di cura all’interno del Portale LavoroXTe dell’Agenzia Regionale per il lavoro; se non sia maturo il tempo per definire modelli assistenziali territoriali dove caregiver , assistenti familiari, mondo del volontariato e servizi sociali e sanitari pubblici rappresentino una vera rete integrata di presa in carico e protezione della  non autosufficienza e di sostegno dei caregiver familiari. A tal fine si chiede se si intenda procedere – sottolinea la Consigliera regionale – con una  formazione di facile accesso e continuativa di competenze, anche per l’umanizzazione della cura, facilitando un linguaggio comune e un approccio sinergico: rendere le persone “protagoniste consapevoli” del prendersi cura come occasione di ricomposizione di tutto il lavoro di cura: dagli operatori professionali dei servizi residenziali e domiciliari, ai familiari, ai volontari, nel rispetto di competenze tecniche e di aree di abilità. Come volontà di operare in modo competente per mettere al centro la persona nel percorso di cura.’