Presentata una Risoluzione che impegna la Giunta regionale a promuovere e coordinare percorsi educativi di benessere in corso nelle scuole dell’Emilia Romagna
La consigliera regionale e capogruppo della Commissione per la parità e per i diritti delle persone Nadia Rossi ha presentato, insieme ai colleghi e alle colleghe del PD, una Risoluzione per chiedere alla Giunta regionale di “continuare a promuovere, coordinare e vigilare, percorsi e progetti educativi finalizzati al benessere in età scolare e alla prevenzione delle patologie fisiche o psichiche in particolare tra gli adolescenti, nonché di ogni forma di violenza derivante da discriminazioni di genere”.
Rossi chiede inoltre di promuovere questi progetti su tutto il territorio regionale coinvolgendo la scuola, le famiglie e gli studenti e di “operare affinché tutti i progetti in materia di educazione all’affettività e sessualità, scelti in autonomia dagli istituti scolastici, siano supportati da adeguata formazione degli insegnanti sulle pratiche educative e didattiche e siano preceduti da una corretta informazione, coinvolgendo anche i genitori e gli studenti”.
La Risoluzione inoltre intende chiedere l’attivazione di una collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale per costruire “un monitoraggio sulle buone pratiche progettuali attivate sul territorio regionale, nonché sui fenomeni discriminatori e di bullismo che si vogliono contrastare”.
“In Emilia-Romagna – prosegue Rossi – sono attualmente circa 70 i progetti che coinvolgono la scuola, gli ambienti di lavoro, gli operatori sanitari, avviati dalla Regione e dalle Aziende sanitarie per promuovere stili di vita sani e prevenire patologie croniche o endemiche. Tra i progetti regionali rientrano quelli di educazione all’affettività e sessualità, basati su linee guida nazionali ed internazionali, che hanno come obiettivo quello di sviluppare una conoscenza del rapporto che esiste tra componente biologica e culturale delle differenze in particolare tra uomo e donna, per meglio rendere appropriati gli approcci sia educativi che sociosanitari. La convenzione sui Diritti dell’Infanzia e Adolescenza dell’Onu dichiara ‘che l’educazione deve favorire lo sviluppo della personalità del fanciullo nel rispetto dei diritti e libertà fondamentali, preparandolo ad assumere la responsabilità della vita in una società libera, in uno spirito di comprensione, di pace, di tolleranza, di uguaglianza tra i sessi’. Essere informati – conclude Nadia Rossi – attraverso fonti diverse dal solo internet (indispensabile, ma che può essere ingannevole se non si hanno gli strumenti adatti per comprendere), è la prima forma di prevenzione di ogni forma di discriminazione di genere e di valorizzazione delle differenze”.