“Una rete diffusa di relazioni in ogni continente che va ancora di più valorizzata e sarà rilanciata grazie alla presa in carico della Consulta da parte dell’Assemblea legislativa”. E’ questo uno dei passaggi della relazione della consigliera Roberta Mori, presidente della commissione Parità e Diritti delle Persone, prima firmataria del p.d.l. PD (sottoscritto anche dal capogruppo Stefano Caliandro, dal neo segretario regionale Paolo Calvano e dalla consigliera Nadia Rossi) oggi in discussione in Aula, di riforma della Consulta degli emiliano-romagnoli all’estero, “che può contare su una rete di 111 associazioni distribuite in 24 Paesi del mondo”. Associazioni “che si autofinanziano e promuovono la regione con attività rivolte alla nascita di imprese e all’internazionalizzazione dell’economia, al turismo, alla valorizzazione della nostra cucina, delle nostre eccellenze e della nostra cultura, all’insegnamento della lingua italiana e all’alta formazione dei giovani”.
ConsultaLa presidente Mori nel suo intervento ha sottolineato la portata del nuovo fenomeno migratorio in atto, che pone sfide nuove. “I numeri forniti dalla Fondazione Migrantes ci confermano che negli ultimi quattro anni gli iscritti emiliano-romagnoli all’Aire, l’anagrafe degli italiani residenti all’estero, sono passati da 110 mila a oltre 147 mila. Un numero che è sicuramente superiore perché solo una parte effettua il cambio di residenza”. A questi si aggiungono il milione circa di corregionali emigrati nei decenni scorsi ma che mantengono rapporti con il nostro territorio anche attraverso i loro discendenti. La nuova Consulta funzionerà con costi ridotti rispetto al passato, con maggior integrazione con le iniziative e i bisogni dei territori di origine e di appartenenza, grazie al fatto che il presidente e un vice presidente saranno nominati tra i consiglieri regionali eletti. “E’ nostra opinione che il ruolo e il lavoro della Consulta non siano stati abbastanza valorizzati.
In particolare la rete di relazioni internazionali intessuta e le competenze acquisite sono un patrimonio da rilanciare prima di tutto attraverso una presa in carico, un’assunzione di responsabilità politica da parte dell’Istituzione regionale, che promuova le potenzialità dei nostri ambasciatori regionali”. Roberta Mori ha ringraziato Silvia Bartolini, che ha guidato per 9 anni la Consulta, e si è rammaricata del fatto che “polemiche e strumentalizzazioni politiche, nonché indebite personalizzazioni, hanno offuscato le attività e i risultati della Consulta”. Uno degli obiettivi di questo organismo sarà quello di tenere vivo “il senso della memoria”, che “non è un archivio polveroso dove tenere i ricordi di ciò che fu, ma una chiave di conoscenza di ciò che è stato per avere chiaro ciò che è ora e sarà domani”.