Dopo i drammatici delitti delle ultime ore nel Modenese, la Consigliera regionale Francesca Maletti propone alcune riflessioni

 

Quello che è successo a Modena, a Sassuolo e oggi a Montese ha un solo nome: femminicidio. Non ci sono giustificazioni per tali atti di violenza e, a pochi giorni dalla Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, non puo’ che indurci a profonde riflessioni su quanto è stato fatto, ma soprattutto su quanto ancora c’è da fare. Gli ultimi dieci anni hanno segnato un cambio di passo dal punto di vista, ma che spesso non è stato seguito da un cambio di passo reale e concreto nell’applicazione di tali norme.

Il nuovo Piano regionale per il contrasto alla violenza di genere, approvato il mese scorso, parte proprio dall’analisi della situazione attuale e dalla presa d’atto che la “rete” di cui tanto si parla, talvolta è assente o inefficacie. E, mentre in Emilia-Romagna la rete di accoglienza e tutela delle vittime di violenza è all’avanguardia e negli anni si è lavorato moltissimo con i centri antiviolenza per renderli sempre più centrali, dobbiamo altresì riconoscere che sulle azioni di prevenzione c’è ancora molta strada da fare, a partire dalla formazione di tutti i soggetti coinvolti: servizi sociali, forze dell’ordine, medici. Perché i femminicidi si possono e si devono prevenire, perché la cieca violenza che porta ad un femminicidio ha dei segnali che devono essere compresi, perché ogni donna che lasciamo sola in un momento di difficoltà è una donna in più che mettiamo in pericolo.

Ma la cronaca degli ultimi giorni deve necessariamente farci riflettere sulla rete di tutela sociale della nostra Provincia. Elisa aveva fatto diverse segnalazioni, aveva detto di essere stata minacciata, aveva detto di avere paura. I vicini di casa di Milena avevano più volte chiesto aiuto per le urla provenienti dall’appartamento in cui viveva col figlio. Due donne, due richieste d’aiuto rimaste inascoltate. Io credo che queste due tragedie siano una responsabilità collettiva a cui nessuno può sottrarsi.

Serve dunque rafforzare la rete di comunità della provincia di Modena per non lasciare da sole le donne e le famiglie nel terzo inverno della pandemia. Serve al più presto rafforzare la rete di comunità per evitare escalation di violenze in un periodo così duro per le fasce più deboli della nostra società. Serve rafforzare la rete di comunità affinché nessuna richiesta d’aiuto resti ancora una volta inascoltata.

Per questo motivo credo che sia necessario convocare immediatamente un Tavolo di emergenza. Il mio appello è rivolto ai Sindaci, alla Provincia, alla Regione, all’Ausl, ai centri antiviolenza, alla Casa delle Donne, alle Forze dell’Ordine. Sediamoci ad un tavolo e affrontiamo questa terribile emergenza.

Non c’è tempo da perdere, nessuna donna può essere lasciata sola.

 

Francesca Maletti, Consigliera Pd Assemblea Legislativa Emilia-Romagna