“In vista della fase due dell’emergenza Coronavirus è urgente creare dei modelli integrati nuovi e risposte concrete per l’infanzia e le famiglie. Vanno rimessi al centro i bisogni dei bambini e dei ragazzi in termini di diritti, portando all’attenzione nazionale proposte a supporto delle famiglie e dei servizi integrati”. Così è intervenuta oggi la consigliera regionale Francesca Marchetti, durante la seduta telematica della Commissione IV Politiche per la salute e sociali, nel corso della quale è stata illustrata l’informativa della vicepresidente Elly Schlein.
“In primo luogo vanno ovviamente rispettate le misure sanitarie e di sicurezza ma è necessario che il dibattito si sposti anche sul tema dell’infanzia, i bambini devono essere al centro della ripartenza — ha spiegato Marchetti —. Non solo vanno pensate soluzioni concrete legate alle famiglie che rientrano al lavoro, ma anche per i bambini che sono a loro volta portatori di diritti, i quali anche a livello psicologico sono stati segnati da questa emergenza che ha cambiato la routine quotidiana di tutti. Ci sono già idee per creare laboratori di sperimentazione sui servizi educativi e credo che l’Emilia-Romagna sia la culla della pedagogia da Reggio Emilia a Bologna e ha gli strumenti per mettere in campo modelli innovativi e può farsi promotrice anche a livello nazionale, di un piano straordinario dell’infanzia e dell’adolescenza, definendo percorsi sperimentali concordati con virologi, pedagogisti, insegnanti, pediatri e psicologi. Abbiamo vissuto un momento di emergenza acuta dove il contenimento del contagio era l’obiettivo prioritario, ma il tema dell’infanzia non è più rinviabile. Sarà occasione di affrontare l’argomento anche durante la seduta di giovedì della Commissione Scuola che ho l’onore di presiedere e sarà possibile confrontarci con l’assessore alla scuola Paola Salomoni circa i riflessi dell’emergenza Coronavirus sulle politiche scolastiche della Regione Emilia-Romagna”.
Secondo la consigliera Marchetti servono misure concrete e urgenti oltre a percorsi di sperimentazione. “L’Emilia-Romagna ha un patrimonio di competenze ed esperienze per portare proposte sul tavolo nazionale, sia in termini di capitale umano che di sperimentazione. — aggiunge — La chiusura prolungata delle scuole sta provocando disagi significativi alle famiglie che hanno dovuto completamente riorganizzarsi. Disagi che si accentueranno quando inizierà la fase 2, necessaria per far ripartire l’economia, perché molti genitori dovranno tornare al lavoro. È chiaro, inoltre, che dobbiamo fare di tutto per far si che la Regione Emilia-Romagna metta in campo politiche tali per cui non sia ancora una volta la donna a fare le spese di una diversità che non possiamo permetterci. Ad oggi è necessario sostenere le donne che dovranno tornare al lavoro e dovranno comunque garantire la gestione della propria famiglia”.