Fusione Caminata, Pecorara e Nibbiano, l’aula dice sì al referendum che si terrà tra fine maggio e inizi di giugno
“Nonostante gli insuccessi precedenti, alcuni comuni del nostro territorio hanno inteso proseguire nel tentativo di fusione e questa sarà la prova definitiva della possibilità o meno di far decollare nel piacentino questi progetti”. È il commento in aula del consigliere Pd Gian Luigi Molinari, nominato relatore del processo di fusione che vede coinvolti i comuni di Caminata, Nibbiano e Pecorara. L’Assemblea legislativa ha approvato all’unanimità la delibera per l’indizione al referendum consultivo che chiede alle popolazioni residenti di esprimersi sull’istituzione di un unico comune. La consultazione dovrebbe tenersi presumibilmente tra maggio e giugno e se sarà approvata dai cittadini sarà istituita entro il primo gennaio 2018.
“Rispettiamo lo spirito e la volontà dei Sindaci e dei consigli comunali, territori in estrema difficoltà in cui diventa difficile amministrare e a volte anche sviluppare progetti di vita per i propri figli e i propri familiari”. “Caminata, Nibbiano e Pecorara – ha ricordato Molinari – se uniti, avrebbero una superficie complessiva di 100,86 Kmq con una popolazione di circa 3.160 residenti”. “Cercheremo di spiegare questo processo – ha aggiunto il consigliere riferendosi all’iter del referendum – spogliandolo da qualunque intenzione partitica”.
Secondo Molinari se la risposta dovesse essere negativa si dovrà intraprendere una riflessione più ampia sulle fusioni e sui percorsi futuri. A questa fusione, lo ricordiamo, si applicheranno per la prima volta i nuovi criteri di quantificazione dei contributi e di valutazione dei risultati del referendum che, in sostanza, assegnano più potere decisionale ai cittadini dei territori interessati. In particolare il nuovo Comune unico dalla sua istituzione potrebbe beneficiare di un contributo regionale pari a 107mila euro per i primi 10 anni e di oltre 470mila euro annui di contributo statale per 10 anni. Per un totale complessivo nei prossimi 10 anni che potrebbe essere pari a 5,75 milioni di euro. Infine, nei dieci anni successivi alla sua costituzione, il nuovo Ente unico potrebbe avere priorità nei programmi e nei provvedimenti regionali che prevedono contributi a favore degli Enti locali.