Lingua dei segni, Paruolo: “velocizzare l’applicazione delle direttive ministeriali per evitare un vuoto nella formazione degli interpreti, Giunta solleciti”

Sollecitare “l’attivazione di un corso per Interpreti di lingua italiana dei segni (Lis) presso le Università dell’Emilia-Romagna, ad esempio nell’Ateneo di Forlì, che potrebbe essere un luogo idoneo, dal momento che è sede dell’Università per interpreti e traduttori”. Lo chiede, alla Giunta, il consigliere regionale del Pd, Giuseppe Paruolo. Il decreto interministeriale del 10 gennaio scorso, infatti – fa presente il consigliere dem – ha posto come requisito per esercitare questa professione “l’acquisizione di specifici titoli universitari”.

“Ad oggi”, però – sottolinea Paruolo -, “non risultano esistere, in Emilia-Romagna, percorsi universitari idonei a ottenere la qualifica, con il rischio di creare un vuoto formativo e il conseguente blocco della professione di Interprete in lingua italiana dei segni Lis”.

Da qui l’interrogazione del consigliere, sottoscritta da altri colleghi dem, che chiede anche, all’esecutivo di Viale Aldo Moro, “se condivida l’importanza di garantire continuità nell’ottenimento della qualifica di interprete in lingua italiana dei segni Lis”. Paruolo porta, poi, all’attenzione della Giunta, due proposte, chiedendo conto del suo orientamento in merito: “l’istituzione di un’attività di ricerca sull’interpretariato”, inesistente in Italia, così come in Emilia-Romagna “non esistono corsi di studio con ricercatori della Lis, a differenza di Venezia, Milano, Catania” e l’introduzione tra i docenti “di persone sorde che potrebbero apportare un contributo importante”, insieme a una valorizzazione del ruolo dell’Ente nazionale sordi (Ens) nell’ambito dell’insegnamento della Lis.