Costi e Mori: «La legge 194 non si tocca, a chi la rimette in discussione rispondiamo applicando gli indirizzi per IVG farmacologiche sicure e per scelte informate attraverso la rete dei consultori familiari»

 

La Regione Emilia-Romagna vada avanti con determinazione per recepire le Linee di indirizzo ministeriali 2020 sulla interruzione volontaria di gravidanza farmacologica (pillola Ru486), che ne prevedono il ricorso non solo in Day Hospital ma anche in strutture ambulatoriali pubbliche nonché presso i Consultori familiari. Lo chiede una Risoluzione M5Stelle emendata dal Partito Democratico e approvata a maggioranza in Assemblea.

Con gli emendamenti alla Risoluzione presentati in Aula, il PD invita la Giunta regionale “a garantire la IVG farmacologica secondo le recenti Linee di indirizzo ministeriali, al fine di rendere più appropriate e sicure le metodiche, nonché sempre più qualificata e di prossimità la rete consultoriale a supporto di scelte informate e consapevoli sulla procreazione responsabile”. «Ci sembra la miglior risposta a chi ancora oggi attacca la Legge 194 e con essa tutele fondamentali di salute e di libera determinazione delle donne», dichiara Roberta Mori nel suo intervento in Assemblea Legislativa.

«Chiediamo anche che in sede di Conferenza Stato-Regioni si adottino orientamenti comuni per l’applicazione di questi recenti indirizzi nazionali – ha proseguito – perché a causa di decisioni regionali disomogenee e del precedente approccio nazionale molto restrittivo, nel nostro Paese di media ricorrono alla Ru486 solo il 20,8% delle donne che compiono la dolorosa scelta di abortire, contro ad esempio il 66% in Francia e il 95% in Svezia.» In Italia infatti alcune Regioni hanno ritardato e ostacolano l’attuazione delle linee guida, mentre altre hanno già adottato protocolli operativi atti a garantire la gestione farmacologica ambulatoriale e consultoriale dell’IVG in collegamento funzionale con l’ospedale, dunque in piena sicurezza e gratuità.

Secondo la Consigliera PD la salute e il corpo delle donne non può continuare ad essere un terreno di scontro e di strumentalizzazione, i diritti e le tutele devono essere uguali per tutte le donne italiane. «Certe posizioni ostili si spiegano solo con l’ideologia – denuncia Mori – dal momento che il ricorso alla pillola Ru486 non incide e non aumenta il numero totale degli aborti e oltretutto la sua somministrazione fuori dagli ospedali in questo periodo ancora di allerta Covid avrebbe molto più senso sia per le donne che per il sistema sanitario.»

Da parte sua la Regione Emilia-Romagna ha già istituito un gruppo di lavoro tecnico per garantire la somministrazione della RU486 secondo le indicazioni ministeriali e predisposto un progetto sperimentale per l’offerta farmacologica in consultorio familiare. «Sproniamo la Giunta ad una rapida e concreta applicazione del servizio – conclude Roberta Mori – consapevoli che l’Emilia-Romagna sta assicurando, anche in questo ambito, la tutela della salute delle donne nel pieno rispetto della Legge 194, del benessere femminile, della necessaria presa in carico della salute riproduttiva e sessuale delle persone.»

Nel dibattito in aula, è intervenuta anche la consigliera dem Palma Costi «La RU468 – ha dichiarato – è in perfetta continuità di un lungo percorso della legge 104, che deve avere nei consultori pubblici luoghi di presa in carico e di sicurezza della salute delle donne.  La 194 fu una legge che rispose al diritto alla salute delle donne,  al loro diritto alla vita,  alla lotta contro l aborto clandestino e la disumanità delle pratiche,  che ha provocato la morte di tante donne ,ha  provocato  danni irreversibili alla loro  salute   e il carcere. Quindi è stata una scelta per la vita, per il riconoscimento del valore sociale della maternità, per la tutela della salute delle donne e per  l’autodeterminazione. Dal 1978 tanta strada è stata fatta. In Emilia Romagna sono stati creati i consultori e i servizi di prevenzione necessari previsti dalla 194 e le interruzioni di gravidanza sono  in forte diminuzione e   ricondotti a metodi sicuri nelle strutture pubbliche.  Per questo non ci stancheremo mai di lavorare per il loro potenziamento ed adeguamento alle nuove conoscenze scientifiche e metodiche mediche , tra cui la prevenzione e la corretta e completa informazione.»