La consigliera dem Nadia Rossi risponde alle dichiarazioni sull’interruzione di gravidanza di Giorgia Latini, esponente del Carroccio e neo eletta nella giunta regionale delle Marche
Giorgia Latini, la neo assessora leghista della Regione Marche con delega, peraltro, alle Pari Opportunità e addirittura unica donna della giunta Acquaroli con sei uomini – se ne è uscita con una dichiarazione pericolosa e gravissima. Vuole rimettere in discussione l’aborto, un diritto sacrosanto conquistato grazie a un referendum popolare e, per iniziare la sua battaglia, intende partire dal divieto di ricorrere alla pillola abortiva RU486.
Mi piacerebbe – spiega con una nota a mezzo stampa la consigliera regionale dem Nadia Rossi – che le prime dichiarazioni di una neo assessora alle Pari Opportunità partissero dalla volontà di migliorare le condizioni delle donne, non da un tentativo di imporre una propria posizione personale. Pensate che Latini, ex Deputata, si era presentata alle elezioni per il Parlamento del 2018 con lo slogan “il cambiamento parte da noi”. Intendeva probabilmente un balzo indietro di alcuni decenni per quanto riguarda i diritti delle donne come cambiamento. Un cambiamento che invece penso – e mi impegno a realizzare nelle mie battaglie come consigliera regionale – debba consistere in un balzo in avanti per una maggiore equità e riconoscimento del valore delle donne e delle loro libere scelte.
Dove la sanità e le procedure che garantiscono il diritto all’aborto in sicurezza non sono presenti, le donne hanno due scelte: spostarsi verso Regioni come l’Emilia-Romagna per vedere riconosciuto un proprio diritto o affidarsi a mani non sicure. Un’assessora che ha a cuore la salute delle proprie concittadine dovrebbe quindi agire in modo da consentire loro di poter ricorrere alle misure più sicure, senza penalizzarle in alcun modo.
Mi dispiace per chi ha contribuito alla nomina di Latini e prima ancora alla sua elezione alla Camera dei Deputati, doversi probabilmente ritrovare distante da quelle posizioni. Perché, diciamolo, il diritto all’aborto non è di destra né di sinistra, è delle donne e nessuno può permettersi di giudicare una scelta personale intima e delicata come questa e a riguardo penso proprio che non ci sia alcun dubbio.