La notizia è di pochi giorni fa ma, almeno per il momento, non sembra che abbia avuto una grande eco sui mass media e tocca il processo Aemilia, l’inchiesta simbolo che per la prima volta ha certificato le infiltrazioni mafiose nel nostro tessuto socio-culturale. Un aspetto formale non rispettato e invocato dalle difese di due imputati, infatti, ha portato la Corte di Cassazione a cancellare ogni atto prodotto da tale procedimento a partire dallo scorso 24 maggio.
“Una situazione gravissima –commentano i Consiglieri Mirco Bagnari (primo firmatario) e Stefano Caliandro– che potrebbe gettare una luce negativa su un processo che ha permesso di squarciare il velo di omertà che aveva prevalso su interi territori e su cui la nostra Regione si è impegnata costituendosi parte civile nel procedimento contro una miriade di imputati”.
Per questo motivo i Consiglieri regionali PD hanno presentato oggi una specifica interrogazione.
“Nell’atto che abbiamo appena depositato –concludono i dem– chiediamo se la Giunta sia a conoscenza della piega che rischia di prendere il processo Aemilia e come intenda muoversi proprio nel suo ruolo di parte processuale. Indipendentemente dall’aspetto squisitamente giudiziario, infine, vorremmo sapere quali atti si vorranno predisporre per far sì che non vada disperso ciò che rappresenta un’importante presa di coscienza dei rischi determinati dalla presenza della ’ndrangheta e di altre associazioni di stampo mafioso nella nostra Regione. Oltre a ciò, comunque, auspichiamo che tale inchiesta rappresenti uno snodo decisivo nella costruzione di un percorso di legalità e di una società regionale capaci di contrastare le infiltrazioni mafiose”.