Accettata dal Movimento Cinque Stelle la proposta di discutere in Commissione Parità un Ordine del Giorno per il rafforzamento dei Consultori in Emilia-Romagna: “impegneremo la Regione ad attuare la legge per la parità nel prossimo Piano sociale sanitario.”
All’esame dell’Assemblea Legislativa regionale – che ne ha respinto la discussione a larga maggioranza – un progetto di Legge in merito alla “Riforma e riqualificazione dei Consultori familiari” firmato dal capogruppo di Forza Italia Galeazzo Bignami, che fra l’altro poneva gravi ostacoli per la donna nell’applicazione della legge 194 sulle interruzioni di gravidanza. A motivarne in Aula la bocciatura la Consigliera regionale e Presidente della Commissione Parità e Diritti delle Persone Roberta Mori, che ha sottolineato come la Commissione Parità stia svolgendo informative della Giunta sui temi dell’equità dei servizi alla salute, la più recente sul fertility day, e abbia in programma un ordine del giorno con il quale impegnare la Regione ad adeguare i servizi consultoriali alle esigenze delle cittadine e dei cittadini.
“C’è bisogno di una nuova legge per migliorare i servizi consultoriali? – si chiede Mori nel suo intervento – Secondo noi no, mentre è molto più logico lavorare per attuare le norme già vigenti e, prima di tutto, cogliere l’occasione del nuovo Piano sociale e sanitario dell’Emilia-Romagna, ancora in costruzione, per proporre adeguamenti e modifiche che siano coerenti con i principi costituzionali e con il dettato della legge quadro regionale per la parità e contro le discriminazioni di genere.”
La consigliera ricorda al proposito l’articolo della L.R. 6/2014 dedicato alla materia “la Regione consolida e sviluppa i consultori familiari, nell’ambito del sistema di cure primarie integrato e della pianificazione delle case della salute, quale servizio di assistenza alla famiglia, alla maternità e paternità responsabili, alla educazione sessuale e alla contraccezione per i giovani, nonché di tutela del benessere delle donne e delle ragazze in un’ottica orientata alla salute e alla medicina di genere”.
“Il collega Bignami al contrario – dichiara la Mori – chiede una ridefinizione del ruolo dei Consultorio al fine di “sostenere e promuovere la famiglia ed i valori etici di cui essa è portatrice”, nonché la “tutela della vita e del figlio concepito, già considerato membro della famiglia”. La ridefinizione, che è già di per sé formalmente illegittima, diventa inaccettabile dal momento che si ispira ad una concezione di Stato Etico che diventa giudice assoluto del bene e del male, ingerendo nei diritti della persona sanciti dalla Costituzione e dalle leggi democraticamente approvate”.
“Per non parlare – prosegue la consigliera – della concezione univoca di famiglia qui affermata, che contrasta con il diritto e con la realtà e dimentica l’evoluzione della normativa italiana sulle unioni civili e il fatto che la nostra Regione ha parificato l’accesso ai servizi sociosanitari, per le famiglie e le altre forme di convivenza anagrafica.”
“Insomma – conclude la Consigliera – mi sembra chiaro che la proposta di legge presentata da Forza Italia, nello stravolgere la natura dei Consultori familiari, abbia l’obiettivo di negare la soggettività femminile e maschile in particolare nelle scelte genitoriali e di coppia, di negare l’autodeterminazione della donna, di ridurre i Consultori a luoghi di consulenza paternalistica svuotandoli della fondamentale funzione sanitaria e di prevenzione in materia di salute e sessualità.”
Infine, di fronte ad una Risoluzione del Movimento 5Stelle sulla materia presentato in Aula per la discussione immediata, la presidente Mori ha proposto e ottenuto di farne oggetto di approfondimento in Commissione, al fine di impegnare la Giunta all’attuazione della legge quadro per la parità nel prossimo Piano