Un finanziamento di 220.000 euro «al fine di incrementare i fondi destinati ai parchi e la biodiversità ricompresi nella riserva MAB – MAN and Biosphere – dell’Unesco ricadente nel territorio dell’Emilia-Romagna». È l’impegno per il 2017 assunto dalla Regione Emilia Romagna con l’emendamento, prima firmataria la consigliera reggiana Silvia Prodi, approvato lunedì scorso in commissione Territorio. Dal 2015 anche il Parco dell’Appennino Tosco-Emiliano e il Parco del Delta del Po rientrano nella rete MAB-UNESCO, che unisce 669 riserve in 120 paesi del mondo. Un programma intergovernativo, lanciato nel 1971, che mira a creare una base scientifica per il miglioramento del rapporto tra le popolazioni e il loro ambiente. Combinando scienze naturali e sociali, economia e formazione, MAB favorisce la tutela degli ecosistemi e la promozione di approcci innovativi allo sviluppo economico, socialmente e culturalmente appropriati e sostenibili per l’ambiente. Il rinnovo di questo importante impegno conferma la centralità del ruolo che il progetto MAB Unesco ricopre all’interno delle politiche regionali.
«L’emendamento votato – spiega la consigliera Prodi – permette di strutturare l’investimento della Regione su quest’area come progetto di sperimentazione e sviluppo della sintonia tra uomo e biosfera. Il parco dell’Appennino Tosco-Emiliano è il luogo da cui è nata l’idea di portare questo tipo di progettualità nel nostro territorio e per questo dobbiamo essere molto grati all’ente per il lavoro svolto. La nostra è una scelta coerente con l’importante impegno preso direttamente con i sindaci dei comuni del parco Tosco-Emiliano nell’incontro del 21 maggio scorso a Rigoso di Monchio. Il progetto, diventato realtà il 9 giugno 2015, ha già ottenuto importanti risultati soprattutto nel rapporto con le scuole e i ragazzi. Ora l’obiettivo è dare sforzo allo sviluppo dell’economia del territorio, che può trarre grandi benefici da questo tipo di progetti.
Parliamo di turismo sostenibile, quindi di accessibilità e gestione eco-sostenibile dei flussi di visitatori, ma anche di tutela delle diversità sia su un piano socio-culturale sia di ecosistema. Quindi di produzioni tipiche agroalimentari minacciate dallo spopolamento della montagna, con conseguente monitoraggio del cambiamento climatico e dissesto idrogeologico. La riserva MAB va proprio in questa direzione perché favorisce e migliora la governance del territorio coordinando vari soggetti pubblici e privati, che rischierebbero di agire in modo dispersivo e poco incisivo. Questo investimento è una tappa importante in un percorso fatto di incontri con gli enti territoriali, pubblicazioni, eventi divulgativi, atti legislativi e di indirizzo, in cui si inserisce anche l’organizzazione della XIII Conferenza regionale per la Montagna lo scorso 22 gennaio a Castelnovo ne’ Monti con il presidente Stefano Bonaccini. Con la volontà di ridare centralità a luoghi fondamentali per la nostra regione, sia in termini di natura sia di storia, e che rischiano di subire gli effetti di un’economia e una società veloci e poco attente al rispetto dei ritmi e degli equilibri tra l’uomo e il suo fragile habitat».
Riserva Mab-Unesco, l’emendamento di Silvia Prodi conferma l’impegno della Regione
