Infrastrutture telematiche, telefoniche e digitali distribuite in modo capillare e stabile: la risoluzione del gruppo di maggioranza in Regione – primo firmatario il consigliere Matteo Daffadà – impegna la Giunta a dare impulso al piano per la Banda Ultra Larga e all’attuazione dell’Agenda digitale in territorio montano e aree interne

 

Sviluppo delle infrastrutture telematiche e reti digitali estese, capaci di supportare la telemedicina, lo smartworking, le videoconferenze e la didattica online: sono progetti cruciali per la crescita economica, la sostenibilità, la creazione di posti di lavoro e la competitività. «Sono azioni coerenti con la strategia regionale che nel piano di legislatura ha individuato nel “Data valley bene comune”, insieme al “Patto per il lavoro e per il clima” i pilastri per la ripartenza. Abbiamo approvato in Assemblea l’Agenda digitale, dotandola di 200 milioni di euro fino al 2025 d’investimenti per promuovere un modello di innovazione avanzato, inclusivo e sostenibile – precisa il consigliere Matteo Daffadà, primo firmatario di una risoluzione perché si acceleri per il superamento del divario digitale a favore di imprese e cittadini – ora abbiamo bisogno che, alla luce delle criticità emerse, si garantisca più copertura possibile sia della rete di telefonia mobile, sia della connessione digitale, attivando anche apparati wi-fi nelle frazioni minori e nelle zone più difficili da raggiungere e garantendo l’efficienza in modo continuo con un’adeguata manutenzione delle linee».

Banda larga e ponti radio, dorsali, tralicci e coperture: l’Emilia Romagna è all’avanguardia, un’eccellenza italiana, ma il bisogno di nuove tecnologie è sempre più diffuso ed è indispensabile andare oltre il contingente con interventi e investimenti per raggiungere concretamente le forme più efficaci di connettività in ogni area. Da anni si è avviato in collaborazione con gli Enti locali un percorso di interventi in aree produttive in cui gli operatori di telecomunicazione non hanno avuto interesse ad entrare, per dotare le attività industriali della banda ultra larga: si tratta delle cosiddette “aree bianche”, ritenute poco appetibili dal mercato dell’offerta di servizi. Questo serve per potenziare diverse aree montane e interne, che potrebbero divenire sedi di delocalizzazioni di produzioni con conseguente aumento del lavoro e della popolazione residente.

«Pensiamo alle imprese, ai servizi e alle persone. Sarà fondamentale estendere la connettività e il wireless ai presidi sanitari-emergenziali come sedi di protezione civile, Avis e Croce Rossa, alle case della salute o agli ambulatori di medicina di gruppo – prosegue Daffadà – e portare avanti l’interlocuzione con le società pubbliche e private affinché si trovino soluzioni per potenziare i servizi di pubblica utilità, poste e banche, oltre alla ricezione del segnale televisivo e radiofonico».

L’accesso rapido e veloce alla rete internet è anche imprescindibile per l’attrattività e lo sviluppo dei molti Cammini e Vie di Pellegrinaggio, tasselli di quel turismo dolce in grande espansione. «Possiamo ancora una volta guardare avanti – dice Daffadà – e prendere in esame, la possibilità di un progetto pilota di connettività delle terre alte e aree interne, in cui sperimentare idee innovative e modelli di sviluppo sostenibili che possano poi essere replicati in tutte le aree montane».