Lo scorso dicembre, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, il ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Anas e Agenzia del Demanio hanno sottoscritto un accordo per la riqualificazione e il riuso di immobili pubblici, a partire dalle case cantoniere, a supporto di nuovi piani di valorizzazione turistico-culturale del territorio italiano.

L’Agenzia del Demanio, nella sottoscrizione del protocollo, si è impegnata a fianco degli altri Enti pubblici a promuovere iniziative che restituiscano nuova vita agli immobili in disuso, anche minori, lungo i più suggestivi percorsi religiosi, culturali e naturalistici italiani, rispondendo così a un’esigenza collettiva sempre più forte di recupero di luoghi pubblici e nel contempo offrendo occasione di rilancio all’imprenditoria turistica.

“In Emilia Romagna contiamo numerosi beni abbandonati lungo itinerari turistici, culturali e ambientali di grande valore che, analogamente al progetto pilota dedicato a 30 case cantoniere, potrebbero essere riqualificati e rigenerati offrendo una valida opportunità per realizzare progetti di slow travel e sviluppare iniziative imprenditoriali e sociali” spiega la Consigliera PD Nadia Rossi, che ha presentato una risoluzione dedicata a questo tema.

“Pensiamo che nella nostra Regione si debba procedere all’individuazione e valorizzazione del proprio patrimonio immobiliare pubblico per realizzare progetti concreti di slow travel, rimettendo in funzione beni abbandonati lungo itinerari turistici e culturali di grande valore. Per farlo – prosegue la Consigliera PD – si possono siglare protocolli, convenzioni e partenariati con enti pubblici e Anas, anche istituendo un brand associabile all’autenticità, genuinità, legame con il territorio”.

“Per riqualificare quegli spazi ipotizziamo che la Regione individui le somme necessarie nei fondi europei. Un’ulteriore sollecitazione – conclude Nadia Rossi – è quella ad attivarsi in tutte le sedi più opportune per la stesura di un accordo, con i competenti enti pubblici interessati, per l’utilizzo delle numerose ‘ex case del genio civile’ o ‘case di guardia’ che in Emilia-Romagna non sono più destinate alle competenze idrauliche”.