Approvata dai gruppi di maggioranza la risoluzione a prima firma Mori (PD) in Commissione regionale Parità, cassate le proposte di senso opposto di Lega e Fratelli d’Italia. L’atto sollecita anche la Giunta Bonaccini sull’attuazione della legge regionale antidiscriminazioni Lgbti 15/2019, ad un anno dalla sua travagliata approvazione.

 

Dall’Emilia-Romagna e dal gruppo PD in Regione, sostegno al ddl Zan, la proposta di legge contro l’omofobia comunemente nota con il nome del suo relatore, discussa in questi giorni in Commissione Giustizia alla Camera.

Con il voto positivo di oggi dei Gruppi PD, Bonaccini Presidente, Emilia-Romagna Coraggiosa ed Europa Verde in Commissione regionale Parità alla Risoluzione presentata dalla Consigliera Pd Roberta Mori, Giunta e Assemblea Legislativa vengono impegnate a sostenere l’approvazione di una normativa nazionale attesa da decenni, che va a completare l’ordinamento penale introducendo i reati di istigazione all’odio in ragione dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere.

Nel testo – spiega la prima firmataria Mori – si invita ad esprimere nelle sedi competenti supporto ad un percorso che, in modo analogo al cammino partecipato, di grande profondità, svolto dalla Regione Emilia-Romagna per la sua legge regionale, porti all’approvazione della legge Zan ‘Modifiche agli articoli 604-bis e 604-ter del Codice penale, in materia di violenza o discriminazione per motivi di orientamento sessuale o identità di genere’.”

La Risoluzione approvata – congiuntamente a quella del M5S sullo stesso tema – sollecita infatti la Giunta anche sulla piena attuazione della legge regionale 15 del 2019 contro le discriminazioni e violenze, di cui Roberta Mori è stata relatrice. “La scelta della Regione Emilia-Romagna – ha sottolineato la Consigliera nel suo intervento in Commissione – prima con la legge quadro per la parità del 2014 in attuazione della Convenzione d’Istanbul e poi con questa legge approvata a notte fonda il 27 luglio dello scorso anno dopo 40 ore di dibattito ininterrotto, è sempre quella di chiamare per nome e affrontare i fenomeni di discriminazioni e violenze, toglierli dalla narrazione solo cronachistica e conferire loro dignità legislativa”.

La Consigliera Mori, rimarcando come la violenza non possa mai essere considerato un fatto privato, quanto “un problema di salute pubblica mondiale e, ancora prima, una questione culturale che ci riguarda tutti e tutte e sulla quale le istituzioni devono agire per evitare l’isolamento e la neutralizzazione delle vittime”, rilancia la necessità di attuare le misure concrete di prevenzione, monitoraggio e sostegni contenute nella legge regionale 15. “Noi – conclude – preferiamo guardare in faccia la realtà e cercare di fare tutto il possibile per ampliare i diritti, per fermare l’odio e alimentare un contesto culturale e sociale nei confronti delle persone LGBTI sempre più inclusivo, superando forme di pregiudizio stigmatizzanti e un clima intimidatorio inaccettabile”.