Sabattini, relatore del provvedimento: “Approvata la legge regionale che istituisce un fondo di 650mila euro nel triennio 2022-24 per i Comuni che rischiano il dissesto”
Attualmente, in Italia, sono 266 i Comuni in dissesto finanziario. “Nessuno di questi si trova in Emilia-Romagna, segno di un tessuto amministrativo sicuramente più sano. Tuttavia, sono presenti alcune situazioni di predissesto e di fragilità finanziaria su cui è opportuno intervenire prima che peggiorino. – a riportare i dati è Luca Sabattini, vicecapogruppo Pd e vicepresidente della commissione regionale Bilancio, che spiega – Per soccorrere gli enti in difficoltà e tutelare le comunità locali, la Regione mette a disposizione un fondo di 650mila euro per il triennio 2022-24 e un’attività di assistenza e supporto amministrativo: uno strumento finalizzato ad aiutare i comuni che hanno una situazione di fragilità, data da indicatori finanziari chiari. Enti che saranno comunque vincolati alla sottoscrizione di accordi di programma e all’obbligo di mettere in atto interventi amministrativi di risanamento dei conti”.
“La legge ha una forte componente tecnica, ma anche una altrettanto forte visione politica, che rispecchia il modo con cui si intendono i rapporti istituzionali tra Regione ed enti locali e di come si provino a mettere in campo tutti gli strumenti possibili per supportare le comunità” ha dichiarato il consigliere Sabattini, relatore della legge, nel suo intervento in aula.
“Il Comune, infatti, non è un’azienda e non può fallire né smettere di esistere. I suoi compiti sono essenziali per la comunità associata e se finisce in dissesto, smette di erogare servizi fondamentali per la propria comunità e di dare risposte al disagio delle persone. Ed è proprio qui – sostiene Sabattini – che risiede il senso di un intervento come quello contenuto nella legge approvata. Non lasciare indietro nessuno ed aiutare quegli enti che per situazioni di fragilità socioeconomica rischiano il dissesto o il predissesto, preservando così non solo il sistema comune, ma la sua comunità e l’intero sistema regionale”.