Contrastare la violenza sulle donne e le diseguaglianze di genere e rafforzare sul piano culturale e sociale l’empowerment femminile e la possibilità di raggiungere posizioni apicali.
Sono gli obiettivi prioritari da raggiungere indicati dal gruppo Pd in Regione Emilia-Romagna che li ha evidenziati durante la seduta straordinaria dell’Assemblea legislativa, convocata dopo un periodo che ha visto la regione teatro di molteplici femminicidi e che ha scosso profondamente le nostre comunità. Un momento di confronto a cui hanno partecipato con grande impegno anche la Rete delle Donne del Pd e i Coordinamenti dei centri antiviolenza e che ha portato a una risoluzione bipartisan di tutte le forze politiche.
“Da oggi – assicurano i dem – rafforzeremo insieme le azioni integrate regionali, tenendo ben conto della peculiarità culturale della violenza domestica, che non colpisce solo le donne, ma anche bambini e anziani, ai quali si devono applicare le stesse tutele”.
In Italia, in media, ogni tre giorni una donna viene uccisa da un uomo violento, ci sono già state 110 vittime dall’inizio dell’anno. Il gruppo del Pd in Regione pone l’attenzione sulla condizione delle vittime e sottolinea che “occorre, come spiega la rete dei centri antiviolenza, che ‘il sistema giudiziario e le Forze dell’Ordine impediscano che la denuncia diventi, per la donna, l’inizio di un percorso ad ostacoli, il cui esito, spesso, è incerto, con misure di protezione inadeguate’. La prevenzione è indispensabile – prosegue il Pd – ma è inefficace senza la protezione di un sistema che non si chiuda in compartimenti stagni, ma assuma la sicurezza delle donne come priorità”.
“Il tutto – scandiscono i dem – senza inefficienze o inadeguatezze del sistema nel contenere i violenti e a proteggere le vittime”, perché “la prima garanzia va alla vittima”, come ha ricordato anche in Aula il presidente della Regione, Stefano Bonaccini. Proprio per questo, il Pd chiede, entrando sul piano concreto, “di continuare a sostenere in ogni sede con coerenza le iniziative integrate e di valutare l’ampliamento dei protocolli con la Corte d’appello di Bologna, con la Procura generale e con tutti i soggetti istituzionali che possano rafforzare la prevenzione e contrasto alla violenza”.
“Ma gli strumenti per contrastare stereotipi di ruolo e di possesso – mette in chiaro il Partito democratico – passano attraverso anche la condivisione delle responsabilità di cura, affinché il divario tra uomini e donne non diventi irreversibile”. E quindi, – scandiscono i dem – come Pd dell’Emilia-Romagna, continuiamo a impegnarci a 360 gradi perché venga approvata la legge sul caregiving familiare, da troppo tempo ferma in Parlamento, che intende riconoscere queste essenziali figure, in gran parte donne, che costituiscono la rete informale di welfare”.
“Occorre poi – proseguono – che la legge per la parità salariale e l’istituzione del reddito di libertà, recentemente approvati, si trasformino quanto prima in quotidianità, soprattutto per le donne che sta perdendo la speranza”.
“Oggi l’Emilia-Romagna – assicura il Pd in Regione – è pronta a fare la propria parte perché si è dotata di politiche strutturali, di investimenti significativi e continuativi e di una rete di soggetti istituzionali, associativi, del terzo settore, che insieme intercettano bisogni ed elaborano azioni. Ma non basta: serve una legge quadro nazionale che renda organico il sistema di promozione e tutela dei diritti delle donne in ogni ambito, attuando in modo compiuto la Convenzione del Consiglio d’Europa 2011 per la prevenzione della violenza di genere e domestica”.
Insomma, serve un “nuovo patto di convivenza per il protagonismo paritario delle donne” spingono i dem che chiedono “di continuare a rafforzare le attività dei centri antiviolenza, per uomini maltrattanti, e il nostro assessorato e la nostra Regione” per rendere la prevenzione della violenza sulle donne sistemica. Perché – ricordano in conclusione i dem – “la violenza sulle donne è violenza sui diritti umani e la violenza non è un destino e non deve esserlo”.