La firmataria Roberta Mori: “Sollecitiamo le istituzioni europee a condannare la decisione di Erdogan e a rimettere al centro dell’agenda le politiche di contrasto alla violenza di genere”
“Il recesso firmato dal Presidente Erdogan è un gesto gravissimo che mina i diritti e la sicurezza non solo delle donne turche, ma di tutte le donne. A maggior ragione in questo periodo di pandemia e restrizioni domestiche che spesso impediscono alle donne di sfuggire alla violenza maschile.” Lo afferma la capogruppo Pd in Commissione regionale Parità e Diritti delle Persone, Roberta Mori, che ha depositato una Risoluzione al riguardo. Nel testo si citano le recenti parole del presidente Mario Draghi che ha definito il ritiro “un grave passo indietro” e dichiarato che “la protezione delle donne dalla violenza, ma in generale la difesa dei diritti umani in tutti i Paesi, sono un valore identitario per l’Unione europea”.
La Convenzione di Istanbul è il trattato internazionale più avanzato per la prevenzione e il contrasto alla violenza domestica sulle donne, che viene chiaramente definita come una violazione dei diritti umani. Sottoscritto per prima dalla Turchia e poi da 45 Paesi in tutto il mondo e dalla UE, reso esecutivo da oltre 30 Stati fra cui l’Italia, il suo processo di ratifica in Europa si è fermato anche per responsabilità di alcuni governi. “Pericolosissimo, quindi, quanto dichiarato da esponenti conservatori di spicco del Governo turco, ovvero che la Convenzione minerebbe l’unità familiare tradizionale, incoraggiando il divorzio e promuovendo l’omosessualità – prosegue Mori – questo approccio oscurantista non può che dare forza a posizioni ostili all’impegno di prevenzione e contrasto della violenza sulle donne che sono presenti anche in alcuni Paesi membri della UE. Condanniamo tutto questo e impegniamo la nostra Regione ad aderire agli appelli lanciati da diverse organizzazioni per sostenere la protesta delle donne turche.”.
Per l’Emilia-Romagna la Convenzione di Istanbul è fonte di una incessante azione politica di equità e inclusione sociale ed è alla base della legge quadro regionale per la parità e contro le discriminazioni di genere n. 6 del 2014. “Con questa normativa che applica i principi e le misure previste dalla Convenzione – spiega Mori, che di quella legge è stata relatrice – abbiamo rafforzato il ruolo del coordinamento dei centri antiviolenza, la progettualità e il protagonismo dei territori, il sostegno alle vittime, il recupero dei maltrattanti. Inoltre, abbiamo declinato trasversalmente, in ogni ambito, misure paritarie e di empowerment femminile con l’ambizione di contribuire ad un cambiamento culturale dell’intera società”.
“Con la risoluzione presentata oggi – aggiunge la consigliera regionale Pd – impegniamo la Giunta regionale e la stessa Assemblea a mantenere alta l’attenzione internazionale su quanto sta accadendo in Turchia attivando le Istituzioni europee sia per stigmatizzare con nettezza la decisione di Erdogan, sia per ultimare il processo di ratifica da parte degli Stati membri.”
“E’ urgente rimettere al centro l’attuazione organica della Convenzione anche da parte dello Stato italiano – conclude Mori – e rilanciare l’opera di sensibilizzazione e impegno di istituzioni, associazioni, cittadine e cittadini per il rispetto dei diritti umani e contro le violenze di genere attraverso azioni specifiche di divulgazione e formazione della Convenzione di Istanbul e degli strumenti e leggi attuative che ha prodotto”.