Interruzione del transito sulla Strada Statale 9. Il consigliere regionale Sabattini in un’interrogazione alla Giunta regionale ‘La chiusura prolungata di un’arteria stradale così importante ha ricadute pesanti sui territori. Ben vengano gli interventi di manutenzione, ma siano studiati, pianificati e concordati con gli enti locali, per contrastarne il più possibile le conseguenze negative. La regione si faccia parte attiva nell’interlocuzione con tutti i soggetti istituzionali coinvolti, per trovare le soluzioni migliori possibili’.

 

La via Emilia (Strada Statale 9) rappresenta per i comuni di Castelfranco Emilia e San Cesario la principale via d’accesso a Modena. Con un transito di circa 25.000 auto al giorno è una delle arterie maggiormente trafficate e congestionate, per la quale era già in corso, a livello regionale, una valutazione relativa alla necessità di un ulteriore attraversamento del fiume Panaro, funzionale ad un alleggerimento della viabilità sul ponte di sant’Ambrogio.

L’Anas, quale ente gestore della strada, ha annunciato che, dal 1° di luglio, il tratto di statale che include il ponte di Sant’Ambrogio, al confine tra Castelfranco Emilia, San Cesario sul Panaro e Modena, sarà interessato da interventi di manutenzione straordinaria che comporterebbero l’interruzione del traffico h24 per almeno 6 mesi.

A portare il tema nel dibattito regionale, con un’interrogazione, è il consigliere del Partito Democratico, Luca Sabattini, sottolineando come “la chiusura totale e prolungata della SS 9 comporterebbe notevoli disagi per la popolazione e conseguenze importanti sui territori limitrofi e sulle altre arterie di collegamento su cui verrebbe deviato il traffico, con ripercussioni sul transito dei mezzi di soccorso, difficoltà in caso di piene dei fiumi e ricadute economiche sulle numerose attività commerciali”.

L’intervento – sottolinea, inoltre, il consigliere – è stato comunicato pochi giorni fa da ANAS ai comuni, senza il necessario coinvolgimento degli enti locali nella valutazione delle conseguenze della chiusura prolungata del ponte e dell’interruzione della viabilità su quell’arteria stradale, né nella pianificazione di tutte le azioni che possono essere messe in atto per ridurre i disagi”.

La delicatezza della situazione – conclude Sabattini – richiederebbe un coinvolgimento di tutti i livelli istituzionali, primi tra tutti gli enti locali, che non possono essere lasciati senza una risposta alle tante problematiche che si apriranno dal 1° di luglio. Per questo, credo che la Regione debba farsi parte attiva nel convocare un tavolo interistituzionale che affronti i diversi temi: dalla necessità di rivedere temporaneamente il piano dei soccorsi sanitari e dei Vigili del Fuoco, alla possibilità di potenziare il trasporto ferroviario, fino all’eventualità di rivedere le modalità e le tempistiche di chiusura del ponte, piuttosto che valutare tutte le soluzioni alternative e compensative del disagio. Serve più tempo”.