Convegno nazionale a Montecitorio, Mori: “Responsabilità di attuare fino in fondo la propria legge, tutelando i bisogni di tante persone che rischiano di essere invisibili”
La legge della Regione Emilia-Romagna per il riconoscimento e il sostegno del caregiver familiare del 2014 “sta ispirando le due proposte di legge quadro nazionale depositate alla Camera e in Senato, e quelle regionali presentate da consiglieri in Abruzzo, Campania, Lazio, Marche, Piemonte e Sardegna” e anche per questo motivo la Regione “ha la responsabilità di attuare fino in fondo la propria legge, in particolare attraverso linee guida che dovranno intercettare con rigore i bisogni emergenti ed emergenziali di tante persone ‘invisibili’ che, spesso nell’isolamento, si fanno carico di problematiche di assistenza e integrano fortemente il welfare di comunità e prossimità.”
Lo ha spiegato oggi Roberta Mori, presidente della commissione Parità e diritti delle persone dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, nelle sue vesti di coordinatrice nazionale degli organismi regionali di pari opportunità al convegno “Riconoscimento di ruolo e valorizzazione del caregiver familiare”, promosso a Montecitorio da ‘Anziani e non solo’ e ‘Carer – Caregiver familiari’ Emilia Romagna.
Nel suo intervento Mori ha illustrato i motivi di fondo che portarono al riconoscimento del ruolo sociale delle persone che si prendono cura di familiari non autosufficienti: “Parliamo di circa 290.000 caregiver in Emilia-Romagna, in prevalenza donne tra i 45 e 55 anni, ma anche ventenni che si trovano a portare un grande peso sulle spalle senza una formazione, aiuti economici e psicologici- ha ricordato Mori, sottolineando come “queste persone, quasi 3 milioni e mezzo in Italia, di fatto svolgono servizi essenziali di welfare e meritano perciò non solo un plauso ma un supporto concreto dallo Stato e dalle Regioni.”
E infatti, prosegue la presidente, la legge regionale introduce un sostegno tangibile, assunto dagli altri testi presentati, che “si articola in misure di sollievo programmato e d’emergenza, sostegno psicologico, informazione, formazione ai caregiver; ma anche accordi con i datori di lavoro per favorire orari flessibili e con compagnie assicurative per offrire polizze mirate e scontate”.
Nel ringraziare tutti i promotori, le associazioni e i parlamentari che hanno presentato le proposte di legge nazionale per il caregiver, la presidente Mori ha concluso sottolineando che “il pieno riconoscimento del ruolo del caregiver è anche, non secondariamente, punto strategico di attuazione della legge quadro regionale per la parità, in quanto sostiene le tantissime donne impegnate nella cura con misure di conciliazione dei tempi di vita e politiche che sono di argine alla loro segregazione sociale”.